come se la realtà mi fosse scivolata via tra le dita

è come se la realtà mi fosse scivolata via tra le dita. il mio futuro è del tutto scollegato dal mio passato, e questo origina una tensione lacerante. vivo e agisco in un mondo del tutto estraneo, senza agganci, che posso provare a comprendere ma di cui non posso sentire niente. sulle mie spalle intanto grava il peso, condannato allo stato di peso morto, di una vita intera di valori, gusti, legami, sogni interrotti e rimossi. per un po’ ho oscuramente anelato a una conciliazione che ora vedo come illusoria e impossibile. il salto è stato fatto, i ponti bruciati, non c’è modo di tornare indietro. sono disperata. devo, è imperativo, andare avanti, ma il dolore della perdita che mi ero illusa fosse solo un arrivederci è straziante. la perdita di tutti e di tutto quel che è stato ed è davvero importante per me. le persone che ho stimato e amato, le ambizioni che ho coltivato, la cultura che mi forniva, senza che lo apprezzassi appieno, la mia identità. ora non sono più una persona, non sono più nessuno, sono un animale, un organismo dedito alla sopravvivenza e niente di più. e non riesco a sopportarlo. a volte mi sembra di non voler più nemmeno sopravvivere, a questo punto. sopravvivere aspettando un miracolo impossibile, un miracolo che non posso più costruire perché ho buttato a mare gli strumenti e le istruzioni. un’eterna dannazione, punizione per la superbia di aver pensato che si potesse impunetente rinascere una seconda volta. ho provato ad avere più di una vita, e ho distrutto la sola, preziosissima che avevo, privandola del terreno solo reggendosi sul quale poteva svilupparsi verso il cielo. sono diventata una inutile piantina artificiale da gettare senza rimorso nella spazzatura durante le pulizie di primavera.